Una città affascinante, tra le più antiche del mondo.
Matera Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1993 grazie ai suoi Sassi scavati nella roccia e abitati fin dalla preistoria, nel 2019 è stata Capitale Europea della Cultura.
È il luogo natale dello chef Giancarlo Del Castello, che nel 2017 ha scelto di aprire qui il suo bistrot, divenuto poi Basquiat il Ristorantino: un piccolo locale interamente disegnato e arredato da lui, con 30 posti a sedere e la cucina a vista.
L’arte su tela e l’arte della cucina si assomigliano: il Ristorantino è ispirato all’artista statunitense Jean Michel Basquiat, che ha saputo esprimersi con semplicità e passione come il proprietario del locale.
Dalle luci alla musica jazz e chillout di sottofondo, ogni dettaglio è curato, per offrire al cliente un ambiente conviviale e tranquillo, in cui passare del tempo di qualità.
Il Ristorantino celebra la cucina tipica materana: le ricette antiche diventano sapori attuali, grazie ad ingredienti rivisitati e impiattamenti fantasiosi. Protagonista indiscusso è il peperone crusco: raccolto, essiccato e immerso poi nell’olio di oliva bollente, in modo che diventi croccante, fa parte dell’identità culturale della regione e ha conquistato il palato di molti.
Tra le proposte classiche, troviamo le fave e cicoria: la cicoria, dal retrogusto amaro, è abbinata alle fave bianche in purea, con l’aggiunta del peperone crusco sbriciolato e della mollica di pane fritta. Lo scrigno di pane, una creazione dello chef, racchiude un tesoro, ovvero una ricetta antica: le orecchiette con le cime di rapa.
Le proposte a base di pesce fresco più amate includono il carpaccio di tonno, un antipasto in cui il pesce è abbinato alla frutta fresca, profumato con gli agrumi e accompagnato dal vino Primitivo Basquiat (imbottigliato con sette etichette differenti) e il sandwich di polpo, che fonde i sapori della tradizione con il gusto del pesce: il polpo, racchiuso in due fette di pane di Matera, è accanto alla purea di fave e al già citato peperone crusco.
La scelta della carne ricade sulla mucca podolica della Basilicata, una razza autoctona che pascola liberamente e sulla scottona. Apprezzato anche l’agnello, anima di un altro piatto tipico: gli gnummareddi, piccoli saltimbocca di cuore, fegato e milza dell’animale, avvolti dal budello stesso e cotti sulla brace o in padella con cipolla rossa di Tropea e pomodorino.
La proposta del Ristorantino, però, va oltre il menù: il desiderio è di lasciare ai clienti la possibilità di personalizzare le ricette e sperimentare nuovi abbinamenti – anche lasciando spazio alla creatività dello chef.
La Carta dei Vini rispetta il territorio: una selezione di Bianchi, Rossi e Rosè delle cantine locali accompagna i piatti del Ristorantino – il punto di forza è l’aglianico della Basilicata.
L’acqua servita a tavola è San Benedetto Millennium Water: un’acqua pura e dal design ricercato, che riflette il gusto del proprietario. Al Ristorantino infatti, si mangia e si beve come allo chef piacerebbe fare, se fosse seduto a tavola invece che ai fornelli.
Per concludere la cena, ecco l’affogato Basquiat: un dessert a base di gelato fiordilatte, con 6 ingredienti che il cliente è invitato a scoprire, affidandosi ai propri sensi.
Al Ristorantino si va per lasciarsi stupire, con fiducia. Come quando si approccia un’opera d’arte.
Basquiat Il Ristorantino, Matera
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