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Siena,  la storia ha il suo colore
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Siena,
la storia ha il suo colore

14 Ottobre 2020

L’eleganza di un luogo senza tempo.

Essere rimasta intatta, come nel Medioevo, fa di Siena un luogo magico, un esclusivo viaggio nel tempo fra le dolci colline toscane, i maestosi edifici e le tradizioni mai dimenticate.
Nell’immaginario collettivo Siena è innanzitutto Piazza del Campo, considerata una delle più belle piazze del mondo con quel caratteristico color “Terra di Siena” che uniforma le facciate dei palazzi nobiliari e dei tetti trasformandole in un esclusivo marchio di fabbrica. Già a partire dal 1300 Piazza del Campo è il centro della vita cittadina, con i suoi mercati, le feste, le giostre e ovviamente il Palio. La sua caratteristica forma di conchiglia a 9 spicchi e la sua leggera pendenza accolgono il rituale di molti visitatori che qui si siedono per rivolgere lo sguardo al cielo incorniciato dai profili dei palazzi. Fra tutti il Palazzo Pubblico di Siena, uno dei più bei palazzi civili d’Italia. La sua maestosità destò così tanta meraviglia da creare un esempio e un modello da seguire per gli edifici che vennero in seguito costruiti sulla Piazza. Da vedere anche la Fonte Gaia, la più grande fontana cittadina decorata, nella versione originale, da sculture di Jacopo della Quercia. L’antica Fonte restaurata è visibile nel Complesso Museale di Santa Maria della Scala.
Faticosa, ma imperdibile, la risalita fino agli 88 metri della Torre del Mangia: da qui è possibile ammirare tutta la Piazza, ma anche il Duomo e le colline circostanti. Si dice che la torre debba il suo nome al suo primo custode che, per l’abitudine a spendere tutti i suoi soldi in osterie e bella vita, venne soprannominato “Mangiaguadagni”.
Imperdibile anche il Duomo con la sua facciata di bianco e nero a contrasto. Ma la bellezza non si ferma solo fuori, dentro al Duomo troviamo il pavimento, pieno di simboli esoterici e storie religiose, la Libreria Piccolomini e la Cappella Piccolomini, dove dal 1501 al 1504 Michelangelo lavorò scolpendo le 4 statue delle nicchie inferiori. E poi continuate a perdervi fra i sali scendi di Siena, ne uscirete forse un po’ più stanchi, ma incredibilmente ripagati da tutto il suo splendore di storia e tradizioni.


Cucina locale, piatti tipici, curiosità




Siena si trova in un territorio che produce una materia prima eccezionale: olio di oliva, carne di maiale e bovino, cacciagione, ortaggi, erbe aromatiche e infine il vino. A Siena non basta dire Chianti, perché le sue colline danno origine a vini famosi in tutto il mondo: il Brunello di Montalcino, padrone assoluto, il Nobile di Montepulciano, la Vernaccia di San Gimignano e ovviamente l’immancabile vino da fine pasto, il Vinsanto.
Quella Senese è una cucina povera ma senza rinunce che fa del rispetto delle tradizioni il suo punto di forza: ne sono un chiaro esempio i crostini misti, accompagnati da pecorino, miele e salumi di ogni tipo. Famosa è anche la ribollita, un tripudio di verdure che deve il suo nome al procedimento con cui viene realizzata: la cottura della pietanza viene fatta il giorno prima, ma quando bisogna portarla in tavola si riscalda con una “ribollita”. E ancora pici e pappardelle con ragù di cinghiale o di lepre e per finire i dolci: cantucci, ricciarelli, panforte a base di pasta di mandorle, noci moscate, marzapane e cedro, profumatissimi e decisamente made in Siena.


Dove mangiare in compagnia
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Ristorante “Il pomodorino”
Siena

L’orgoglio e la passione, in una parola il Palio

L’anima di Siena è intrecciata attorno al suo Palio, molto più di una corsa di cavalli, una vera sfida fra le 17 storiche contrade che compongono la città toscana. Due gli appuntamenti annuali, il 2 luglio e il 16 agosto, ma i preparativi, lo spirito e la tensione della competizione pervadono Siena e i suoi abitanti tutto l’anno. Una corsa di 3 giri intorno alla pista che circonda la piazza, una gara che si svolge in modo scatenato e spesso senza riserve di colpi bassi, una sola contrada vittoriosa. Nel puro spirito contradaiolo, la festa che segue è un modo per festeggiare la vittoria, ma soprattutto per sbeffeggiare gli avversari.

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